Con l'attività fisica si guadagnano anni mentali

Uno studio ne dimostra l'efficacia sulla demenza nell'anziano

Chi pratica attività fisica assicura che è un modo per mantenersi in forma, rendere tonica la muscolatura e in salute le articolazioni.  Non solo: a beneficiarne è anche il tono dell’umore delle persone fisicamente attive. Gli studiosi confermano anche che, muovendoci, migliora notevolmente la capacità del nostro organismo di utilizzare gli zuccheri: la sola attività fisica è il più potente ipoglicemizzante, più efficace degli stessi farmaci usati per la cura del diabete, e a giovarne sono anche pressione, cuore e vasi sanguigni.

Con il movimento, a ridursi è quello che prende il nome di rischio cardiovascolare, la probabilità cioè di sviluppare nel corso della vita  diabete, ipertensione, aterosclerosi, insufficienza cardiaca e soffrire accidenti come come ictus e infarto.

Uno studio condotto presso il Duke Aging Center e il Duke Alzheimer’s Disease Research Center di Durham, nella Carolina del Nord, e pubblicato sul giornale dell’Accademia Americana di Neurologia, porta oggi alla luce  insospettabili novità che riguardano una delle conseguenze più temute dell’invecchiamento e uno dei maggiori costi sociali per le famiglie e la collettività: la demenza dell’anziano. Lo studio americano è partito con l’obiettivo di testare se gli stessi approcci preventivi validi per le malattie cardiovascolari si potessero dimostrare efficaci anche nella prevenzione del degrado cognitivo nelle persone in là con gli anni.

A partecipare sono stati centosessanta anziani, sedentari e con degrado cognitivo certificato. Un primo gruppo è stato sottoposto ad un programma di attività fisica aerobica per sei mesi, che ha previsto camminata a passo sostenuto per 35 minuti per tre volte alla settimana. Un secondo gruppo all’attività fisica aerobica ha associato anche una dieta equilibrata, sul modello di quelle normalmente consigliate per il la prevenzione dell’ipertensione. Al termine dei sei mesi, tutti i partecipanti sono stati sottoposti nuovamente agli stessi test che avevano effettuato all’inizio dello studio, usati per identificare il loro grado di declino cognitivo.

Il risultato? Sorprendentemente, il gruppo soggetto al programma di esercizio fisico ha mostrato miglioramenti significativi nelle funzioni cerebrali e i maggiori miglioramenti sono stati raggiunti dai partecipanti sottoposti alla combinazione di attività fisica e dieta. In base alle loro prestazioni in test specifici.  I ricercatori hanno  stimato i cambiamenti nell’età mentale dei partecipanti. All’inizio del programma tutti i soggetti – che ricordiamo lamentavano difficoltà cognitive – mostravano menti mediamente più vecchie di 28 anni rispetto alla loro età anagrafica. Tuttavia dopo i sei mesi le prestazioni degli individui sottoposti a dieta ed esercizio erano migliorate considerevolmente, facendo loro guadagnare addirittura 9 anni.  Questo dato illustra in modo efficace il potenziale significato clinico di questi cambiamenti.

I ricercatori rilanciano così il potere dirompente della combinazione di uno stile di vita corretto, dell’attività fisica – soprattutto aerobica –  e di una dieta sana. In questo caso possiamo proprio dire che stili di vita salutari portano indietro le lancette del nostro orologio biologico mentale.